Sharma Yogi
Parole di un Maestro
Lo Yoga della ricerca interiore

 


 

INDICE

 

Prefazione del curatore
Che cos’è lo Yoga
Le basi del cammino spirituale
Dio dentro di noi
Conosci te stesso
Meditazione
Scoprire la corrente
Satsang
Terapia d’urto: imparare a «vomitare»
Diventare eterni
La Bhagavad-gîtâ
Satsang
Lo Yoga è la vita
Satsang
Pratica dei mantra
Il musicista eterno

  


 

PASSI SCELTI

 

PREFAZIONE DEL CURATORE

Tutti i testi concordano nel dire che lo Yoga è un’esperienza. E che esperienza!

Ho incontrato Sharma-ji quindici anni fa, quando già praticavo Yoga da anni. Appunto, praticavo: coscienziosamente applicavo ciò che mi era stato insegnato su âsana, prânâyâma e meditazione, e sentivo il mio fisico riprendere vitalità ed energia dopo tanto stress (medico ospedaliero, famiglia numerosa…).

Ma proprio questi risultati positivi mi portarono a pensare che il salto di qualità, il raggiungimento di quello stato di pace interiore di cui tanti Maestri avevano lasciato testimonianze, fosse impossibile da ottenere nella vita quotidiana e nel mondo occidentale.

Gli affetti, le persone, le lontananze, le morti dei propri cari e dei pazienti, l’idea stessa della morte come fine e come sconfitta, continuavano a lacerarmi.

Forse bisognava lasciare tutto e ritirarsi (in convento o in un ashram, poco importava).

La risata poderosa con cui Sharma-ji accolse queste mie riflessioni mi mise definitivamente in crisi. «Troppo comodo» disse, «la pace è uno stato interiore, fuggire non serve». E iniziò il suo insegnamento così semplice, così domestico, con esempi presi dalla vita di tutti i giorni. Anno dopo anno la sua presenza ha «illuminato» il gruppo che lentamente si è formato e che a tutt’oggi cerca di mantenere negli eventi quotidiani quel distacco, quella consapevolezza che con tanta pazienza ci è stata insegnata.

Ad ogni incontro una briciola di saggezza in più ci viene offerta, nell’apparente ripetitività dei concetti.

Ad ogni incontro balza agli occhi la sua semplicità, la mancanza di orpelli e di seguaci, la disponibilità verso ognuno di noi sia nei seminari italiani sia nel suo ashram di Khajuraho dove, senza nessuna richiesta o imposizione, chiunque può sedersi ad ascoltare.

Spero che questo piccolo libro, che raccoglie i discorsi tenuti nel corso degli anni, sia utile a tutti coloro che percorrono un cammino spirituale. Ma spero soprattutto che li porti a cogliere l’opportunità di incontrare un Maestro vivente e sentire la sua energia fluire come un fiume in piena.

Olga Nicodemi


 

Conosci te stesso

Dopo aver studiato tanti libri spirituali e religiosi, dopo aver incontrato tanti yogi e saggi, dopo aver visitato templi e moschee, penso di non sapere niente. Non ricordo nulla. Solo una frase: conosci te stesso, e questo è gioia.

A volte è difficile per me parlare col pubblico, perché parlando è faticoso restare nella gioia. Nel silenzio c’è più gioia, più serenità. Ma una persona che prova la gioia deve condividerla, dopo aver realizzato il centro bisogna condividerlo con il mondo. Se avete raggiunto il 5% di saggezza e di pace, questo va condiviso. Più dividete, più si moltiplicherà. Questa è l’unica banca che moltiplica enormemente il vostro denaro.

Supponete di conoscere qualcuno che non è felice e di sedere accanto a lui e di trasmettergli felicità. Che cos’è la felicità e che cos’è la tristezza? Felicità è vivere nel mondo «qui e ora», non nel passato, non nel futuro. La mente non è occupata dai pensieri, ma se c’è qualcosa da fare allora è pronta. Nessun lavoro è faticoso se la mente è positiva, piena dello spirito, piena di felicità.

Non esiste malattia al mondo, l’unica malattia è il non conoscersi. Tutte le malattie fisiche, mentali, psicosomatiche, sono collegate a questa: non conoscersi. Quando non vi conoscete, cioè non sapete di essere gioia al cento per cento, allora vi accontentate dell’uno per cento di gioia e andate a comprare un gelato, o raggiungete il partner o leggete questo o quel libro, andate in un posto o in un altro. Tutte le altre gioie possono raggiungere l’un per cento, il due per cento, e quindi l’unica vera malattia è il non conoscersi e l’unica cura il conoscersi. Essere positivi, avere fiducia in se stessi, nella propria anima, sapere che tutte le difficoltà sono connesse al fatto di non conoscere il proprio centro. Per questo vaghiamo come dietro a un miraggio. Gli animali nel deserto corrono per miglia credendo di vedere l’acqua, ma è solo un’illusione. Al di fuori non c’è gioia, c’è solo il suo riflesso. Questa è la principale illusione della mente, il malinteso più importante, che la gioia possa venire dall’esterno.

Per esempio, c’era una vecchia molto povera che non aveva luce in casa. Ma c’era la luce in strada. Quando le cadde un ago, andò a cercarlo fuori. Un uomo che passava le chiese se poteva aiutarla, ma quando seppe che l’ago era caduto in casa disse: «Allora perché lo cerchi fuori?». E lei rispose: «Perché non c’è luce in casa». E noi facciamo lo stesso. Cerchiamo la gioia fuori, nel mondo esterno e non siamo capaci di trovarla dentro di noi. C’è tanta gioia all’interno, il cento per cento di gioia, ma la nostra mente cerca all’esterno dimenticando la fonte. La mente è come un bambino che, immerso nel piacere che gli danno i giocattoli, dimentica la madre. Quando la madre ha da fare in cucina, applica la psicologia e dà al bambino un mucchio di giocattoli o di cose curiose. Dopo un’ora il bambino si stancherà di giocare e chiamerà «mamma». Ma lei non risponde alla prima chiamata perché sa che la mente del bambino è ancora distratta, quindi pensa che questa prima chiamata non è importante e che il bambino ricomincerà a giocare. Ma quando lui diventa più insistente, allora la madre viene dalla cucina. Che tipo di psicologia è stata applicata in questo caso? La stessa che agisce nel mondo, e noi ci comportiamo come i bambini per 50, 60 anni con i nostri giocattoli che camminano e parlano. Ma finché saremo occupati con i giocattoli la Madre non verrà.

Io ho fede al 100% nella Madre universale. Penso che siamo tutti suoi figli. Essa ci nutre con il prâna, con il suo respiro. Noi inspiriamo ed espiriamo, e quando ciò finisce andiamo al cimitero. Questa è la prova migliore dell’esistenza della Madre: c’è vita finché c’è prâna, nutrimento. Ma se siamo ipnotizzati dai nostri giocattoli, come cani, gatti, ma anche mariti e figli, la madre non verrà. Mai. La madre non viene fìnché il bimbo non piange. La Madre universale ha molto lavoro, ha tutto l’universo di cui occuparsi, non solo una casa a cui pensare. Deve provvedere anche al più piccolo insetto, a tutta la creazione, a tutti i suoi figli.

Provate a pensare che tutto ciò che vi assorbe tanto durante le 24 ore non è reale, ma è come un teatro in cui dobbiamo recitare la nostra parte perché siamo diventati attori. Dobbiamo recitarla nel modo migliore, ma sappiamo che la parte è temporanea. Così a 15, 16 anni eravamo impegnati al massimo nella ricerca dell’altro sesso, ma poi abbiamo cambiato parte. In ogni momento la forma rappresentata può cambiare o scomparire. Il mio maestro diceva che tutta la vita è temporanea, così come il verso di una canzone. Tutta la vita è come una bolla sull’acqua, in ogni momento la bolla può scoppiare nell’oceano. La bolla muore ma l’oceano non muore mai. Quando il vostro corpo muore, la causa del vostro corpo-bolla non muore.

Così la stella che brilla al mattino quando la notte se ne sta andando. La stella sembra scomparire ma è il sole che sta sorgendo. Così la foglia che cade in autunno. Così sono temporanee le persone. E quando vi sarete convinti di questo allora comincerete a chiamare la madre, non prima. Ma finché vi divertite con i vostri giocattoli temporanei e li mettete nel vostro cuore, la madre non verrà. Lo Yoga ci insegna la vera natura del mondo, la sua definizione: tutto passa. Anche il corpo passa e noi siamo i testimoni del suo passare, dalla nascita in poi. Tutto è in movimento, anche i pianeti, anche il sistema solare, e noi siamo gli osservatori. Ciò che non si muove è solo l’osservatore, colui che vede attraverso gli occhi, che sente attraverso le orecchie, che assapora con la lingua e odora con il naso.

Per concentrarsi sull’atto del guardare, udire, odorare, assaporare, fermate la mente per cinque minuti e chiedetevi chi sta osservando tutto ciò? Questo spazio, queste costruzioni, queste montagne? Sono io. Chi è questo Io? Questo è Yoga. Osservare l’osservatore. Concentrarsi, meditare sull’osservatore. Non l’oggetto, ma il soggetto.

Anche le religioni dicono lo stesso. Tutti i profeti hanno detto la stessa cosa, Cristo, Buddha… Cristo ha detto: «Io e il Padre siamo la stessa cosa». Quando la mente è tranquilla siamo noi stessi. Se nella mente vi sono le onde (dei pensieri) non potete vedere la bellezza dell’anima. Quando sul lago soffia la tempesta anche se c’è la luna piena non potete vederne la forma e la bellezza. E le onde aumentano quando siete troppo presi dal mondo, quando la mente vaga troppo all’esterno. Ecco perché è importante la meditazione, fermarsi nel proprio centro, chiedersi «chi sono io?». Amare e venerare la propria anima, venerare Cristo e la propria anima. Cristo ha detto: «Io e il Padre siamo una cosa sola», l’anima e Dio sono una cosa sola.

La via della venerazione, della devozione, è quella del bhakti-yoga.

Vi farò un esempio: prendete un bicchiere. Lo spazio all’interno è l’anima del bicchiere. Lo spazio all’esterno è l’anima universale. Il bicchiere è il corpo. è il corpo che separa lo spazio interno da quello esterno che sono la stessa cosa. Ma noi crediamo che il bicchiere sia solo il vetro, come crediamo che l’io sia solo il corpo. Questa conoscenza è sbagliata, ma genitori e insegnanti ci hanno detto che il bicchiere è solo il contenitore e non anche il contenuto.

Ancora un esempio: la nostra sala yoga non è formata dalle quattro pareti che la limitano ma dallo spazio interno in cui siamo seduti. Questo spazio esisteva prima che le pareti venissero costruite. Ed esisterà anche se le pareti cadranno. Quindi la definizione della nostra sala yoga non è data da pavimento, soffitto e pareti, ma dallo spazio. Invece noi ci identifichiamo con queste quattro mura e se cadono piangiamo e diciamo «la mia casa è finita». Così con il corpo, che rappresenta le pareti mentre la nostra realtà è all’interno. Qualunque esempio volessimo fare troveremmo sempre che la realtà è dentro. Prendete una banana, prendete le noccioline, non potrete mangiare la buccia, ma dovrete cercare l’interno. E tutto ciò che vedete è l’esterno, la buccia, la maschera. Il corpo è la buccia e lo spirito all’interno.

Il mio guru faceva un altro esempio: prendiamo un vaso di creta, se lo mettiamo in un lago ci sarà acqua sia all’interno che all’esterno, e se il vaso si rompe l’acqua fuori e quella dentro torneranno ad essere una. Sono le barriere che creano la separazione, quando le barriere cadono non c’è più separazione. E queste sono parole mistiche. Leggete parole mistiche di persone realizzate, e meditate su di esse senza stare a pensare a cosa dovete cucinare, al cane, al gatto. è la mente che insegue cose prive di senso, non il corpo. Il corpo è bello, è il tempio, è l’anima, è Dio e fra i due c’è la mente, la scimmia. Quindi se voi siete qui e la vostra mente è qui al 99%, voi capirete ogni cosa detta e la metterete in pratica. Ma se il vostro corpo è qui e la mente è presente solo al 50%, capirete il 50% ed è questa la ragione per cui venite ad ascoltarmi ogni anno. Non ci dovrebbe essere bisogno per lo yogi di venire ogni anno. Davvero. Nessun bisogno.

Vi dirò che io ho incontrato il mio guru solo per pochi giorni ma io ero estremamente concentrato, perché è stato un periodo che è durato ben tre anni, in cui ero bersagliato da ogni parte, dalla famiglia, dal dipartimento, dalla società, dalla religione, trattato come un pazzo. Quando succede questo, quando siete bersagliati da ogni parte, non è mangiando un gelato che potrete capire. Ma portando la vostra concentrazione, la vostra mente verso un interesse superiore. Se siete veramente presenti, veramente concentrati nell’ascoltare o nel leggere parole spirituali, mistiche, vi basterà farlo una sola volta. E poi ripeterle dentro di voi da soli a casa, senza pensare ad altro. Se invece la vostra mente è qui solo al 3%, 5%, 10% cercate di raddoppiare la vostra concentrazione e avere un interesse superiore, verso scopi spirituali. E potete raddoppiare quando siete colpiti da qualcosa di grave, come un divorzio, una morte o la malattia. La malattia accade per il meglio. Io amo la malattia, perché mi ha dato la spinta più forte per raggiungere un livello più alto. Ebbi una pleurite e i miei polmoni non lavoravano più. Andai da molti medici e tutti mi dissero che avevo una grave malattia, le radiografie mostravano una grave malattia e quindi dovevo morire. La macchina diceva che sarei morto e i medici dicevano «allora morirai» e quindi ero quasi morto. Come una donna francese che stava a casa mia e fu morsa da uno scorpione: si mise a piangere e a chiedere aiuto ai dottori. Al mio paese questo non si fa, non si piange così, ma si dice: «Signore aiutami, tu sei l’unico e ultimo medico».

La cultura in un mondo materialista ci spinge a chiedere aiuto ai dottori, ma non sono loro che possono aiutarvi, è Dio attraverso i dottori, la grande Madre che lavora per mezzo loro. Quindi, quando la macchina e i dottori mi dissero che stavo per morire e ormai pesavo solo 45 chili e il mio corpo era molto debole, andai da uno yogi, egli mi accarezzò e mi disse: «Vivrai e porterai parole di luce in tutto il mondo». Ed io fui molto felice. Nel mio paese si usa andare da uno yogi quando non c’è più speranza, quando moglie e figli vi abbandonano, quando non avete più amici. Sono cose che capitano a questo mondo. Spesso vengono da me e mi dicono: «Sharma Yogi, ho avuto un amico per vent’anni e ora devo lasciarlo, come posso fare questo?». Ma questa è pazzia. Cosa sono gli amici? Siamo venuti al mondo da soli e moriremo da soli. Quindi non attacchiamoci agli amici.

Insomma, una parola della macchina e dei medici mi aveva ucciso, mentre una parola del maestro mi ha fatto rifiorire. E mi ha reso universale. Così funziona la mente umana. Quindi non ascoltate le persone che vi buttano giù. Chiudete gli occhi. Se i genitori vi dicono che non siete belli, chiudete le orecchie. Chi vi dirà che siete belli, quello è vostro amico. Dovete imparare la psicologia che vi farà diventare yogi, non è molto difficile. Basta capire che una sola parola può aiutare milioni e milioni di persone, se proviene da un cuore positivo, e raggiungere i cuori e le menti, purificandole.

Le macchine e i dottori sono certo importanti, ma dietro di loro c’è un grande potere, un’energia e dovete avere fede in questo.

Per concludere, vi voglio parlare di un’altra cosa che considero molto importante: come imparare a vomitare tutto ciò che è sepolto dentro di noi, ciò che è sepolto e che non abbiamo vissuto pienamente, i colpi che abbiamo ricevuto.

L’anima è molto delicata, come un bambino, ma la gente non sa come trattare questo bambino. Fin dall’infanzia siamo stati trattati in modo sbagliato. Spesso la gente gridava e noi restavamo colpiti. I nostri genitori bisticciavano e noi soffrivamo. La mente del bambino è come quella di uno yogi, è molto sensibile. Anche Cristo ha detto che il regno dei cieli è nel cuore di un bambino, invece i genitori pensano che sono piccoli e dimenticheranno, ma non è vero, essi sono molto ricettivi e conservano tutte le reazioni sviluppate nell’infanzia.

Anche man mano che cresciamo, conserviamo all’interno, nella mente subconscia tutti i colpi, tutte le reazioni alle azioni. Ogni effetto ha una causa radicata dentro di noi, la mente è come la scatola nera in volo, dove tutto ciò che avviene è registrato automaticamente. Noi abbiamo ben 72000 nervi sottili, non so se i dottori sono capaci di individuarli, ma in essi è registrato tutto ciò che avviene di fisico o di mentale nella nostra vita quotidiana. E non solo in questa vita, ma anche in quella precedente perché il seme proviene dall’albero del passato. Il seme dell’albero del nostro corpo proviene dal passato. Il corpo non è accidentale ma pieno di significati.

Quindi dobbiamo imparare a liberarci di tutti i blocchi e i tabù. Oggi lo faremo insieme ma cercate di non fare le persone serie. Anche la serietà è un tabù, un modo di comportarsi in una società colta. Le tecniche che applicheremo sono tecniche tantriche. Tantra significa essere così come siete, senza formalità. Certo, le formalità servono per vivere in società, ma a volte dobbiamo vivere così come siamo, spontaneamente.

Om Shanti.


 

Lo yoga è la vita

Miei cari fratelli e sorelle, questo mondo è espressione del divino, ogni cosa in questo mondo, anche il vostro corpo. Non si può dividere Dio dal corpo, come non si può dividere il sole dalla luce. Quindi rispettare e adorare il vostro corpo è una cosa molto importante. Non rispettare solo il lavoro, il marito o i figli, ma anche il vostro tempio. Il corpo è il tempio e l’anima, la coscienza, la consapevolezza sono Dio. Il corpo è l’ultima espressione del divino ed è negletto, trascurato. Il problema è che la cultura e la religione hanno separato Dio dal mondo e hanno detto che il mondo è «male» e noi siamo «peccatori», ma questo insegnamento ci ha reso «peccatori» e dobbiamo liberarci da questo veleno.

La prima cosa da fare, alzandoci il mattino, è occuparci del nostro corpo, adorare il tempio, cambiando le cattive abitudini.

La seconda è pregare la Madre Universale, che ha creato la terra, il mare, il cielo, l’aria, il prâna. Perché siamo vivi? Perché la Madre Universale ci nutre col prâna e lo fa senza chiedere nessun corrispettivo. La Madre è la forza creativa e bisogna restare in contatto con essa e adorarla, sotto forma di Madonna o come preferite. Il mondo è nato da questa Madre Universale, non legata alle varie religioni. Non permettete alla vostra mente di adorare una parte anziché il tutto. Se la mente è concentrata su una parte, la meditazione sarà sbagliata. Dovete scegliere l’oggetto della meditazione e dell’adorazione. La «madre» delle varie religioni è solo una parte della Madre Universale ed è questa l’oggetto dell’adorazione e della meditazione. Perché noi dobbiamo ridurre al minimo il nostro Ego e questo è possibile solo quando prendiamo ma diamo in cambio rispetto e ringraziamo. Noi passeggiamo sul mondo, ma non ringraziamo chi ce l’ha dato. Siamo egoisti, così egoisti che prendiamo e usiamo soltanto senza ringraziare chi ci ha dato tutto fin dalla nascita.

Cosa significa la parola Deva-Dio? Significa Colui che dà. Dobbiamo rispettare Colui che dà. Tutti coloro che danno sono Dio: la pioggia, il sole, la luna, gli alberi, lo spazio, la terra, il mattino e la sera. Quando la notte finisce e il giorno inizia, o quando il giorno finisce per far posto alla notte, quello è il momento di andare fuori e sentire l’unione delle due energie yin e yang, maschile e femminile.

L’alba e il tramonto sono momenti di energia molto forte e andrebbero usati per la preghiera e la meditazione. Prendete quest’abitudine. Siete studenti di Yoga, quindi sapete l’importanza di cambiare le abitudini e darsi una disciplina. Provate questi dieci minuti che servono alla vostra crescita personale e non fatevi distrarre dagli altri. Il cane e il gatto, quando non vi occupate di loro, vi saltano addosso. Mariti e mogli sono dei grossi cani, dei grossi gatti che non vi permettono di concentrarvi. Ma voi dovete difendere il tempo che vi resta per generare buone vibrazioni, senza però creare disarmonia: difendete il vostro spazio, ma sempre con il sorriso. Generate energia positiva e diffondetela con il sorriso. Questo mondo è un campo di battaglia fra correnti positive e negative. Se sorridete, un sorriso vi tornerà indietro. Le persone che non sorridono mai, che non sono mai felici, sono alle prese con il loro karma. Voi non siete responsabili del cambiamento degli altri ma del vostro. Cambiate voi stessi e il mondo sarà trasformato. Molti mi chiedono: «Come posso aiutare mio marito o i miei ragazzi?». Io rispondo: «No, questo è egoismo, attaccamento. Cambiate voi stessi, siate felici e tutta la casa sarà positiva».

Ma quando meditate, e anche quando vi occupate del corpo, o quando siete seduti qui, dovete farlo con la mente concentrata. Invece la mente è una scimmia, il corpo è qui ma la mente è a casa o in ufficio. Voi siete dov’è la vostra mente, quindi non imbrogliate voi stessi. Siete qui solo fisicamente, ma la mente, il corpo astrale è altrove. Lo so perché ho fatto la stessa cosa, quando ho incontrato il mio guru. Ero seduto vicino a lui, ma la mia mente era a casa, con i bambini. Ho imparato da lui a capire quando le persone non sono qui e sto parlando solo ai corpi. Quindi cercate di essere concentrati al 100% quando ascoltate, o meditate o curate il corpo. Tenete gli occhi chiusi e concentratevi completamente. Anche quando vi occupate del partner, la sera, dedicate tutta la vostra attenzione, non portatevi a casa e a letto il lavoro, le tasse e tutti i diavoli che ci sono nel mondo. Lo so perché anche io facevo lo stesso, quando ero come voi e non sapevo essere felice 24 ore su 24. Si può essere felici anche sul lavoro quando siete in armonia, quando lavorate senza aspettative, senza competizioni, senza identificarvi.

Portate lo Yoga nel vostro lavoro. Yoga non è qualcosa di cui parlare, o un maestro che viene dall’India con antiche tradizioni, Yoga è molto semplice, Yoga è la vita. Anche se il lavoro non vi dà abbastanza soldi o soddisfazioni, fatelo con completa concentrazione, con accettazione, senza criticare, e allora si creerà l’armonia. Accettate il vostro lavoro, il vostro corpo, il vostro partner: amare è condividere senza aspettative. Ricreate l’armonia fra le due metà, la maschile e la femminile. Non pensate «sono un uomo, sono superiore». Anche io la pensavo così, ero stato educato come un bramino. Adesso so di essere al 50% uomo e al 50% donna e che bisogna mettere in armonia il nostro partner interno per poter creare armonia all’esterno. Anche gli uomini devono cantare e ballare e ridere, cioè esprimere energie femminili, ma non solo con la bocca: tutto il corpo deve scuotersi e partecipare al canto, alla danza, alle risate. Quando fate l’amore tutto il corpo deve scuotersi e l’energia deve diffondersi fino alla mente. Amare non significa offrire una macchina o un appartamento. L’amore non è un business e il partner ha bisogno di amore. Fare l’amore richiede concentrazione senza aspettative, concentrazione non sui genitali ma sul partner. Allora diventa sesso mistico, orgasmo spirituale, trasformazione alchemica dell’energia sessuale. Quello che voi praticate è uno spreco di energia. Tutto il corpo, tutta la mente, tutti i sensi devono partecipare, finché dimenticate anche il partner e diventate sesso, gioia senza tempo. Allora fare l’amore si trasforma in meditazione, diventa un trampolino per l’eternità, un partecipare al divino.

Il lavoro è meditazione, la casa è meditazione, l’amore è meditazione, tutto è meditazione quando scompare l’Ego e senza aspettative siamo completamente concentrati, andiamo oltre il fisico e troviamo lo spirituale. Questo ci porta oltre la morte, perché la morte non esiste. Come per il sole. Voi dite «il sole è tramontato». Ma io dico che il sole sorge in un altro emisfero. Quando moriamo, abbiamo completato la parte visibile del nostro viaggio, ma c’è la metà invisibile.

Quindi dovete essere governati dalla vostra spiritualità (assenza di aspettative, coscienza del dare senza desiderio) per essere divini. Chi è divino dà energia agli altri, chi è al livello fisico prende energia. Dovete capire bene la differenza fra livello fisico e livello spirituale. Fisico è tutto quello che fate per i risultati. Spirituale è ciò che fate senza aspettativa: innaffiare i fiori, crescere i figli, senza aspettarsi niente in cambio. Se non vi aspettate niente, l’energia vi ricarica. Se avete desideri e aspettative vi ritrovate vuoti. Se sorridete ad un bambino, avrete in risposta un sorriso. Se date amore, amore vi verrà dato, magari da un’altra parte da cui non vi aspettavate niente.

Om Shanti.

 

 

 


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