Giuseppe Baroetto
Meditazione tibetana: provate!

 


 

INDICE

 

Prefazione
L'iniziazione di Maitreya
Le cinque saggezze
Il metodo della concentrazione
Il metodo della benedizione
Il metodo del reame divino
Il metodo del grande spazio

 


 

PASSI SCELTI

 

PREFAZIONE

Questo libro è una sorta di manuale di istruzioni, sul modello dei testi tibetani che tramandano i preziosi insegnamenti della tradizione orale.

Troverai indicazioni chiare e precise che riguardano sia la postura del corpo che la funzione della voce e l’atteggiamento mentale, affinché ogni parte del tuo essere psicofisico possa cooperare in modo armonioso alla realizzazione dell’allineamento con la tua essenza divina. Non ti verrà proposto un solo metodo di meditazione. Questa è una sintesi di diversi metodi che rispecchia un procedimento didattico specifico della scuola tibetana da me seguita.

La tradizione di cui sono portavoce è giunta a me da vari maestri. In particolare, per scrivere le pagine seguenti, mi sono basato sulle istruzioni del Lama Jampel Dorje Gönpo, articolate in due parti: un breve testo tibetano (La rivelazione del Signore Maitreya - L’unica lettera della grande completezza) e le spiegazioni orali.

L’insegnamento verte su alcune discipline tantriche intese al risveglio spirituale della propria coscienza, pura e limpida come lo spazio celeste.

In Tibet i Tantra sono considerati testi rivelati. Su di essi si basano gli insegnamenti esoterici. Ogni Tantra è incentrato su una divinità e sul metodo per realizzare il suo stato d’essere.

Le divinità dei Tantra sono sia i Buddha che i Bodhisattva, loro emanazioni nei vari mondi. Essi sono chiamati «divinità» perché hanno realizzato la propria vera natura celeste. Tale conseguimento rappresenta la meta spirituale di ogni uomo e donna.

Nel buddhismo i Tantra, sebbene rivelati da diverse entità, non contrappongono una divinità all’altra, bensì le uniscono in una visione unitaria della vita rappresentata dal cerchio sacro o mandala.

Esistono molti cerchi sacri, uno per ogni divinità, ma la loro essenza è la stessa. Infatti il sommo mandala è la dimensione senza confini della divinità assoluta che non conosce differenziazione alcuna, perché abbraccia in sé ogni luogo e tempo, essendo al di là di qualsiasi forma, nome e concetto.

Per queste ragioni gli insegnamenti tantrici offrono la possibilità di trascendere le barriere tra una religione e l’altra, senza negare i valori specifici delle singole espressioni religiose, ma integrandoli sapientemente, come gli elementi che l’alchimista combina per ottenere l’elisir o la pietra filosofale.

Dunque, anche le meditazioni qui proposte, essendo basate sui princìpi universali della spiritualità tantrica, rappresentano un’opportunità reale di integrazione pratica tra culture religiose apparentemente distanti e differenti.

In effetti, dal punto di vista degli insegnamenti tantrici, il mio pellegrinaggio - non ancora concluso - nei luoghi sacri di differenti religioni finora non è stato altro che la ricerca delle tessere che compongono il variopinto puzzle del mio mandala.

Dal cristianesimo ricevetti alcune tessere, altre mi furono trasmesse dal mio primo maestro buddhista, Chögyal Namkhai Norbu. Poi conobbi Lopön Tenzin Namdak, maestro tibetano della religione bönpo, il quale mi aiutò a ritrovare e collegare tra loro nuovi tasselli dello stesso mandala.

In seguito avvennero altri incontri straordinari, che in parte ho riferito nelle pubblicazioni precedenti. Uno di essi fu proprio col Lama Jampel Dorje, da cui ricevetti l’iniziazione del Tantra Hevajra.

In quell’occasione il maestro mi indicò il cuore della spiritualità tantrica proprio nel riconoscimento del fatto che «le differenti religioni hanno un’unica essenza, nonostante i termini diversi e i metodi peculiari. Infatti tutte insegnano l’esistenza di una realtà assoluta».

Quindi, citando lo Hevajra, il Lama disse: «Questa pura realtà è conosciuta come Vairocana, Akshobhya, Amogha, Ratna, Ârolika, Sâtvika, Brahmâ, Vishnu, Shiva, Sarva, Vibuddha e Tattva, così afferma il Tantra. Dunque vedi che anche gli hindû hanno la vera rivelazione così come i buddhisti? Non discriminare più tra induismo e buddhismo, perché questa non era l’intenzione del Buddha. Non discriminare più tra queste due religioni e quella in cui sei nato, perché il venerabile Gesù fu un’emanazione di Akshobhya e di Ârolika, ovvero Amitâbha, come anche un’incarnazione di Vishnu e di Shiva».

Dopo l’iniziazione domandai al Lama su cosa basasse la sua affermazione riguardo a Gesù. Allora Jampel Dorje raccontò dell’incontro visionario che aveva avuto con Maitreya e mi trasmise l’insegnamento a cui faccio riferimento in questo libro.

Le istruzioni qui riportate riflettono l’impostazione di una tradizione tibetana e, a volte, possono sembrare complicate, noiose, oppure troppo sintetiche, in realtà sono soltanto indicazioni per natura limitate di un prezioso tesoro inestinguibile, il cui vero valore potrà essere scoperto solo da chi saprà ricercarlo con appassionata umiltà.

Concludo augurando a tutti coloro che, come me, sono alla ricerca della propria origine celeste, di riscoprirla con gioia, volando liberamente nel grande spazio senza confini del vero stato naturale.

 

 


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